martedì 22 gennaio 2013
La vita di Van Gogh
(da Rory)
Vincent van Gogh nasce nel 1853.
Van Gogh studiò dal 1861 al 1864 alla scuola del paese e poi in un collegio,dove apprese l'arte del disegno.Poi dal 1886 frequentò la scuola tecnica Hannik ma dopo due anni tornò a casa senza aver concluso gli studi.
Visto che nello studio non si impegnava molto i genitori volevano trovargli un lavoro, e lo trovò grazie a suo zio che gli permise di lavorare con lui come mercante d'antiquariato.
Nel 1876 partì per Ramsgate e lavorò come insegnante ricevendo in cambio vitto e alloggio.Proseguì l'insegnamento ad Isleworth ma poi lasciò.
Nel luglio del 1880 si iscrisse all'accademia delle belle arti e fece amicizia con il pittore Anthon van Rappard.Studiò prospettiva e anatomia,facendo disegni che raffiguravano soprattutto dei lavoratori.
Dopo un'anno lasciò l'accademia e tornò dalla sua famiglia,a Etton,lì si innamorò della cugina Kate Vos-Sticker,figlia di un pastore protestante,da cui non era corrisposto.La seguì ad Amsterdam,dai suoi genitori ma lei continuava a rifiutarlo.
Nel 1882 Van Gogh conobbe una prostituta che gli fece anche da modella e andò anche a vivere con lui nel nord dell'Olanda.
Nel 1888 si trasferì ad Arles dove produsse molte opere e sperimentò nuove tecniche.
La sera del 27 luglio 1890 si suicidò sparandosi un colpo di pistola.
domenica 13 gennaio 2013


Messalina
(da Lulù)

Valeria Messalina (nata a Roma nel 25 d. C. e morta nel 48 all’età di soli ventitré anni) era un’appartenente della migliore nobiltà romana, imparentata con la dinastia Giulio - Claudia.  All’età di quattordici anni fu costretta a sposare Claudio, il futuro imperatore di Roma (c’è chi dice che a costringerla fu Caligola, chi le altre donne della famiglia imperiale).
Claudio, all’epoca del suo matrimonio, era uno studioso cinquantenne balbuziente, zoppo e pieno di tic, sottovalutato da tutti e che per il suo carattere timido e riservato era sempre stato ai margini della vita politica.
Dal suo matrimonio con Messalina ebbe due figli, rappresentati nel cammeo qui sopra insieme alla madre: Ottavia e Britannico.
Durante la congiura ai danni di Caligola (41 d.C.) si dice che i pretoriani, autori della congiura, abbiano visto Claudio che si nascondeva dietro una tenda e che per questo l’abbiano eletto imperatore.
Quindi Messalina divenne imperatrice. Messalina però non amava molto la vita di corte, con i suoi doveri e le sue etichette, e conduceva una vita dissoluta e sregolata, al punto da divenire proverbiale per i suoi facili costumi.
Sicuramente Messalina, con un marito tanto più vecchio di lei (insomma io ho quattordici anni e mio padre ne ha quarantasei! Come si fa a biasimarla?), si concedeva qualche avventura, ma di qui a credere a quello che dicono le fonti ci passa un oceano.
Secondo Plinio il Vecchio (uno storico) e Giovenale (uno scrittore di satire) infatti Messalina si prostituiva nel palazzo reale o in un bordello con il nome di Licisca, aveva rapporti incestuosi con i propri fratelli o addirittura obbligava Claudio a ordinare a tutti i giovani piacenti di Roma di sottostare alle sue voglie.
Un aneddoto che circolava a Roma sul suo conto era che un giorno avesse sfidato la prostituta più famosa della città ad avere venticinque rapporti sessuali con venticinque gladiatori diversi nell’arco di una sola giornata e che, alla fine di questa giornata, avesse vinto e “stanca, ma non sazia, smise”
La storia d’amore che però rovinò Messalina fu quella con Gaio Silio, colui che veniva considerato il giovane più bello di Roma, che ripudiò sua moglie per diventare l’amante dell’imperatrice.
Mentre Claudio si trovava a Ostia, Messalina e Gaio Silio organizzarono una festa sfarzosa e pubblicamente si “sposarono” dichiarandosi marito e moglie.
Claudio, temendo che Gaio Silio volesse impadronirsi del potere e che quindi si stesse organizzando una congiura contro di lui, ordinò ai pretoriani di uccidere i due amanti. Mentre Gaio Silio accettò la propria sorte, Messalina si rifugiò negli Horti Lucullani (giardini di Lucullo) dove fu raggiunta da una guardia che uccidendola avrebbe detto “Se tutti i tuoi amanti piangeranno la tua morte, domani piangerà mezza Roma!”

Se Messalina effettivamente ebbe dei comportamenti licenziosi, è pur vero che le azioni che le attribuiscono non sono tutte credibili. Non bisogna dimenticare, nel giudicarla, che Messalina era la moglie di un imperatore e che attorno a Claudio già si stava scatenando una serie di intrighi per la successione al potere.
Non è escluso che le altre donne della famiglia imperiale (prima fra tutte Agrippina minore, che in seguito alla morte di Messalina sposò Claudio, lo avvelenò con un piatto di funghi, allontanò l’erede legittimo Britannico e fece in modo che fu Nerone, suo figlio di primo letto,  a succedere al marito) abbiano incoraggiato le voci sul suo conto, che gli storici e gli autori, tradizionalmente avversi alla famiglia imperiale, le abbiano ingigantite a dismisura e che il popolo romano, tradizionalmente sospettoso e discriminatore nei confronti delle donne che “sono tutte uguali, la padrona dalla schiava differisce solamente per gli abiti che porta e per come viaggia attraverso la città. Sia che camminino scalze, sia che vengano portate in lettiga, tutte le donne sono adultere e in tutta Roma non c’è un’adultera che non sia anche un’avvelenatrice”, abbia reso Messalina una sorta di leggenda metropolitana.
Quale che siano i motivi, questa è la fama di Messalina e nell’immaginario comune lei è la donna dai facili costumi per eccellenza, tanto che le sono stati dedicati un fumetto erotico made in Italy che si chiama proprio “Messalina” e svariati film in cui dà sempre bella mostra di sé e del proprio corpo.


giovedì 3 gennaio 2013

Black Friars-L’Ordine della Penna
 (da Lulù)



Autrice: Virginia de Winter (è uno pseudonimo e mio zio è convintissimo che dietro questo nome così musicale si nasconda un uomo u.u)
Titolo: Black Friars – L’Ordine della Penna
Casa editrice: Fazi Editori
Pagine: 485
Prezzo:  € 17,50
Link per leggere i primi due capitoli:
http://www.virginiadewinter.net/pdf/ordine_della_penna_1e2.pdf
Trama (riprendo quella di copertina):



Altieres, una delle antiche dinastie regnanti del Vecchio Continente, si è estinta dopo la violenta morte di tutti i suoi discendenti, e a portare il nome della casata sono rimasti solo i vampiri Blackmore, creature immortali a cui regnare non è permesso.
Ma qualcosa ora è cambiato: Sophia, unica erede ancora in vita, creduta morta da anni, è stata ritrovata e le già fragili dinamiche del regno sono vicine a spezzarsi una volta per tutte. Gli oscuri segreti di Altieres stanno tornando a celare ombre sulla Vecchia Capitale, fulcro del potere politico e religioso, e spettri senza volto si aggirano per le strade terrorizzando cittadini e studenti.
Intanto Sophia sta imparando a conoscere la sua nuova vita. Essere una Blackmore infatti non significa solo indossare meravigliosi vestiti ed essere un giorno incoronata regina, come innocentemente credeva, ma evitare matrimoni politici e sfuggire a continui attentati alla sua vita, anche da parte degli stessi parenti. Eloise Weiss, coraggiosa eroina protagonista dei due romanzi precedenti, deve affrontare invece forze che nemmeno i suoi poteri possono governare. I morti non riposano più in pace nella Vecchia Capitale, disturbati nel loro eterno sonno da forze oscure e implacabili, forse collegate al ritorno dell’erede di Altieres e alle sconvolgenti verità che i vampiri Blackmore nascondono da secoli e sono ora sfuggite al loro controllo.
Eloise, grazie al suo potere di dominare le forze oscure, sarà forse la chiave per riportare l’ordine là dove ormai esiste solo il caos.



E io sinceramente ancora devo ben capire a cosa serve, Eloise, che in tutto il romanzo dice solamente alla fine una frase rilevante ai fini della trama principale e per il resto è un personaggio inutile alla società che compare relativamente poco (e meno male, mi viene da dire, non è di certo uno dei miei personaggi preferiti).

Negli altri libri sono riuscita a tollerarla solamente perché vicino a lei c’è sempre Axel XD Peccato che mi sia completamente disamorata di lui, avendo Axel trovato in Gabriel un degno avversario ed essendo uscito sconfitto (e di gran lunga) dallo scontro. Così come Sophia è un personaggio assolutamente delizioso, al contrario di quel semifantoccio di Eloise.
L’Ordine della Penna è il terzo libro della trilogia di Black Friars che, a quanto pare, è diventata, per gioia mia e di tanti altri, una quadrilogia (spero ardentemente che il prossimo sia l’Ordine della Croce) ed è un libro così coinvolgente che mi è evaporato tra le mani nel giro di due giorni lasciandomi per altro con la voglia, una volta chiuso il libro, di rigirarlo e ricominciarlo da capo.
La storia principale è abbastanza stringata (qualcuno sta disturbando i morti e bisogna capire chi è, il perché e soprattutto bisogna fermarlo) e si esaurirebbe nel giro di poche pagine se non si intrecciasse con le storie di altri personaggi: Axel ed Eloise, il segreto di Clarisse Granville e la Rivolta (di cui forse iniziamo a capire le dinamiche), ma soprattutto loro, i principi del romanzo: Sophia e Gabriel.
Lo stile è abbastanza fluido (molto di più di quello del libro di esordio, l’Ordine della Spada, che era appesantito da similitudini al limite dell’assurdo e da descrizioni che per quanto possano essere musicali non si capiscono), senza perdere una ricercata bellezza tutta sua che fa risaltare il romanzo tra tanti libri tutti uguali e con uno stile semidemenziale da compitino per le vacanze di quinta elementare.
Insomma in tutto e per tutto un gran bel romanzo, scritto bene, dalla trama appassionante e che rimane impresso nell’immaginazione per un bel po’.
Però.
E già, c’è un però.
Ma curarlo un pochettino di più questo romanzo no? È pieno di refusi!
Lasciando perdere gli errori di battitura (ad esempio “prima” invece di “priva”) che fino a un certo punto si possono accettare, ci sono delle parole scambiate che potevano essere aggiustate semplicemente rileggendo il romanzo una volta di più (ad esempio “Una parte più essere mito, una parte può essere storia”. Le parole non sono proprio queste però il senso era questo). Oppure gli errori di punteggiatura (mancano le virgolette all’inizio/alla fine del discorso diretto, in mezzo a qualche elenco c’è un punto invece di una virgola, prima del discorso diretto c’è il punto e non i due punti).
Per non parlare di un paio di scene che ti lasciano proprio a bocca aperta perché all’improvviso se ne esce quella frase che proprio non c’entra niente.
Ad esempio verso la fine del libro c’erano Ashton, Cain, Adrian ed Eloise in biblioteca e un servitore entra e consegna un biglietto ad Ashton. La frase successiva (a senso): La porta della biblioteca si aprì e Ashton entrò nella biblioteca.
Ma quando mai era uscito??? È evidente quindi che qui è stata tagliata una parte (magari il servitore chiedeva ad Ashton di uscire per ricevere qualcuno e questo qualcuno gli dava un messaggio o qualcosa del genere) senza però modificare il seguito per renderlo organico e coerente con le parti del racconto che sono rimaste.

E questa è una cosa che da una casa editrice famosa come la Fazi non si può tollerare. Ma come, avete sottomano una scrittrice così brava e non potete investire un po’ di più per un ulteriore lavoro di editing?  




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Rory e Lulù
Siamo due cuginette, Luisa e Rosa, che vivendo lontane hanno deciso di scrivere un blog insieme. A Luisa piace leggere, guardare gli anime e studiare (che secchiona!!!); a Rosa piace leggere, vedere film e scrivere. Speriamo tanto di riuscire a intrattenervi e ad interessarvi e che questo blog vi piaccia!
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